Un messaggio (pubblicitario) dal passato
Guardando ora la città vecchia di Scalea, si possono pensare a tanti modi per descriverla: rustica come una serata intorno al fuoco, austera come una montagna irremovibile e ancestrale, viva ma di quella vita cauta di un’essenza che tanto ha visto e tanto continua a vedere. Ormai non si sa quasi più cosa scrivere nelle brochure per pubblicizzare questa antica e bella sezione della nostra storia e geografia: di cosa puoi parlare? Come descriverla nel modo più accattivante e sensibile? Cosa altro ci si può inventare per dare nuova linfa a qualcosa che è lì ormai da secoli? Innanzi tutto dovremmo chiederci cosa deve assolutamente contenere la pubblicità di un posto del genere. La risposta è molto semplice:
- Descrizioni. Descrizioni molto basiche, fisiche e dirette, soprattutto dal punto di vista estetico e funzionale;
- Elenchi. La prima cosa che ti insegnano nel mondo del branding è che i lettori adorano gli elenchi, diffondono informazioni in maniera distinta e separata, rendendo l’assimilazione delle informazioni più semplice e quasi divertente;
- Nomi. Sempre dire i nomi di luoghi, edifici, persone. I nomi attirano l’attenzione, danno corpo a qualcosa che non hai ancora visto;
- Dettagli. Che siano storici, o visivi, o semplici curiosità, sempre introdurre qualche piccola chicca che possa invogliare il lettore ad andare a vedere;
- Aggettivi. Mai dimenticare gli aggettivi accattivanti da unire alle descrizione nominate a inizio elenco. Danno colore e intrigo a ogni parola messa su carta.
Corso di aggiornamento? In realtà mi sono ispirata al “Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli”, opera monumentale del 1802 di Lorenzo Giustiniani:
Questa città tiene 4 porte, una è detta porta di mare, la seconda è detta porta del ponte, da un antico ponte, in cui vi si vede un pezzo di artiglieria; la terza porta di Cimalonga, in cui vi è una torre che serve oggi da carcere e la quarta porta del forte. Nella sommità si vede il suo antico castello quasi diruto coi suoi baluardi e fossi e vi è un pezzo di artiglieria che i vecchi del paese si ricordano di esservene stati molti. Pochi passi lungi dalla porta di mare, verso settentrione, alla sommità di una deliziosa collina, si vede un’antichissima torre detta di Giuda, che dovea servire di specola al suddetto castello.
Nato a Napoli nel Giugno del 1761, questo docente di critica d’arte all’università partenopea, viaggiatore e biografo del Regno di Napoli scrisse, tra i tanti tomi a suo nome, proprio questo Dizionario, che lo portò a viaggiare per tutte le terre del regno, per studiarne la geografia e la storia. Non poteva sapere che, in realtà, stava praticamente scrivendo il primo dépliant turistico di Scalea.